La tua libertà di scelta

Riflettevo, durante queste feste di Natale 2021, a quanta libertà di scelta abbiamo tutti – e tuttavia spesso non siamo felici.
Al classico pranzo di Natale, o a una qualsiasi cena per 5 o 6 persone, è sempre più frequente che ciascuno abbia delle richieste specifiche: chi è intollerante ai latticini, chi non ama i funghi, chi ha appena cominciato la dieta e quindi non può mangiare nulla, chi preferisce evitare la carne (ma non il pesce), chi è vegano (aspetta, allora non puoi mangiare la pasta fatta in casa?), chi detesta i canditi nel panettone, chi detesta il panettone e ama il pandoro (e viceversa) – chi non digerisce la cipolla, né l’aglio; chi chiede un menù a parte per suo figlio, che non mangia quasi niente. Chi mangia assolutamente l’insalata prima del primo piatto e non dopo; chi non può bere l’acqua frizzante se no gli viene il mal di testa, chi non la può bere fredda se no gli viene il mal di stomaco, chi non prende il caffè se no chi dorme dopo?
È come vivere in un gigantesco supermercato in cui ciascuno cerca ansiosamente la corsia, lo scaffale e la scatoletta che gli garantisce la felicità (almeno a tavola) e l’assenza di qualsiasi inconveniente, qualsiasi disturbo, qualsiasi richiesta di adattamento.
Non mi pare che tutta questa scelta sia sinonimo di libertà, al contrario.

L’illusione della scelta è indice di mancanza di libertà
La maggior parte di noi identifica la capacità di scelta con la libertà. Sembra molto ragionevole. Libertà significa che sei libero di scegliere, giusto? Significa che sei libero da odiose restrizioni e adattamenti. Se non puoi scegliere, allora non sei libero. Da questo ragionamento ne deriva che più scelta hai, più hai libertà.
Ma se ci riflettiamo su, scopriamo delle trappole.
Tanto per cominciare, più opzioni abbiamo, più energia dobbiamo investire per prendere decisioni, per discriminare: qual è la cosa giusta da mangiare, che non mi causi problemi, non mi disturbi, non mi faccia male, non mi faccia ingrassare, che un domani non si riveli tossica? Qual è la scelta giusta? Intanto disperdiamo attenzione ed energie. E perdiamo di vista la cena in compagnia, la ricchezza che abbiamo a disposizione e la gioia di stare insieme a favore della paura delle ricadute sul nostro stomaco o sulla nostra linea. Tanto per dire.

Modellare il mondo in base alle nostre preferenze
La scelta apparentemente ci consente di modellare il mondo in base alle nostre preferenze. E ci consente di creare un’esperienza che è l’estensione dei nostri schemi di pensiero e delle nostre abitudini di comportamento. Con la tecnologia contemporanea, possiamo sempre di più costruirci un’isola di comodità in cui evitare di sentirci disturbati o messi in discussione: abbiamo il mondo ai nostri piedi. Sappiamo benissimo che Google e i suoi algoritmi sono in grado di adattare i risultati di ricerca ai nostri comportamenti online, avvolgendoci ulteriormente nel nostro mondo ovattato di preferenze e avversioni.
E ciò finisce per isolarci dalla ricchezza e dalla complessità della vita. E per abituarci ad evitare ciò che non ci piace. E questo tipo di approccio lo consideriamo sempre di più dovuto e scontato.

Creatività e mancanza di scelta
La creatività, la capacità di inventare nuove strade, di cambiare prospettiva, di aprirci davvero, sono invece il risultato della presenza di limiti, di paletti, di restrizioni nella scelta. I limiti concentrano l’attenzione e stimolano la creatività. È la stessa cosa che ci accade nella pratica di meditazione. Come aumentiamo la capacità di prestare attenzione? Eliminando ogni scelta. Rimanendo nella postura. Concentrandoci su un oggetto. Rimanendo fermi lì. Nessuna scelta. Anche se non è facile.
Smettendo di cercare qualcos’altro, smettendo di agitarci tanto per cercare la comodità e un’esperienza che sia l’estensione delle nostre abitudini.
È la mancanza di scelta che ci mette direttamente in contatto con il modo in cui abitualmente ignoriamo o manipoliamo la nostra esperienza. Quando non abbiamo scelta, ci tocca di imparare a relazionarci con ciò che la vita ci porta. E restringendo intenzionalmente la scelta possiamo sviluppare una disciplina interiore di non reattività.

Cos’è la libertà?
Cos’è la libertà allora? È la nostra capacità di non essere manipolati dai nostri meccanismi reattivi automatici, che sono come un binario che ci porta sempre nella solita direzione e alla medesima meta.
Questa capacità di essere liberi (da noi stessi) implica una maggiore scelta? No, di solito è tutto il contrario. Quando non siamo guidati dalle reazioni automatiche, vediamo le cose più chiaramente e perciò c’è solo una, forse due linee d’azione che sono effettivamente praticabili. Non dobbiamo scegliere, dobbiamo agire.
La libertà dalla tirannia della reazione automatica porta a un modo di vivere la vita che ci lascia poco altro da fare se non prendere la direzione che la vita ci offre in ogni momento. Quindi, l’illusione della scelta è indice di mancanza di libertà.


Consigli di lettura e ascolto

Consiglio di leggere i libri di Luigino Bruni sui nuovi modelli di benessere; dai un’occhiata online, i titoli sono tutti interessanti. Inoltre, per chi legge in inglese, “The paradox of choice: why more is less” di Barry Schwartz. Se hai voglia di ascoltare un suo intervendo TEd, qui il link per i poco più di 10 minuti di video proprio sull’argomento del paradosso tra la nostra idea di libertà e la possibilità di scelta (con sottotitoli in italiano).