Crolli, tigri e mancaza di terra sotto i piedi

Crolli

Avevo in mente di pubblicare un certo articolo sul blog per fine mese, ma tante cose sono successe in questi ultimi giorni, che mi hanno fatto cambiare idea.
Come forse sai (se mi segui sui social) nella sera del 17 agosto si è abbattuta una tromba d’aria – vento a 130 km all’ora – sulla campagna dove vivo e i paesi attorno.
La mia casa ha perso il tetto, volato via quasi tutto e danneggiate le stanze al primo piano. Acqua ovunque e tanto lavoro da fare per recuperare il recuperabile.

Tigri

Una tigre vera e propria, grande e grossa da affrontare in campo aperto: la perdita di un tetto sopra la testa (letteralmente), costringe a guardare in faccia all’impermanenza nella sua forma più dura.
Le cose sembrano in un modo e si rivelano in un altro. Ciò che sembrava scontato non lo è più, come quando credi di tornare a casa la sera a cena ma invece succede ben altro, e questo ti scaraventa – proprio come le tegole volate via in un minuto a decine di metri di distanza – in un’altra prospettiva.
Ho avuto paura a guardare, la mattina dopo con la luce, il modo in cui l’uragano aveva ridotto la mia casa: molto peggio di quello che si poteva vedere la notte prima. Le macerie, il giardino spazzato via, gli alberi sradicati e le nuvole ancora pesanti di pioggia.

Mancanza di terra sotto i piedi

Quando accadono cose così – mi era accaduto 10 anni fa con il terremoto sempre da noi in Emilia, la prima cosa che viene a galla dentro di me assieme alla paura è la gentilezza. Come nella poesia di Naomi Shihab Nye, quando dice: “Prima di sapere che cosa sia davvero la gentilezza, devi perdere delle cose. (…) Quello che avevi in mano, su cui contavi e conservavi con cura, tutto deve andarsene, così saprai quanto possa essere desolato il panorama fra le regioni della gentilezza…”
E ora lo so un po’ anch’io che i crolli, i naufragi e le cadute rovinose fanno emergere la disperazione assieme alla resa, semplificano all’osso la vita, così che tu capisca cosa ha importanza davvero e cosa non ne ha; ti sbattono in faccia le tue illusioni e le pretese – e restituiscono valore, una sacralità, a ciò che per te ha ancora senso.
Come la dolcezza di qualcuno che ti offre aiuto e che ti dice: se vuoi io ci sono.
Ma anche l’amarezza di dover rinunciare a parte di ciò che ti stava a cuore e che ora – per ora – non potrà essere realizzato.
L’ansia che tutto questo ti minacci ancora, così come potrebbe accadere veramente; e il sollievo di guardarti attorno e vedere che molte cose sono sopravvissute: la tua energia, la determinazione del rimettere ordine alle cose sparse, l’erba che è più verde di prima, la solidarietà tra vicini.

Diverse altre parti della mia vita sono andate in pezzi in questo agosto tormentato, parte del mio lavoro per esempio; credo che questa estate me la ricorderò senza nostalgia. Spero di ricordarmela come una parte fondamentale del cammino di conoscenza di me stessa, per arrivare sempre più vicina al cuore delle cose.

4 thoughts on “Crolli, tigri e mancaza di terra sotto i piedi

  • Ciao Elisa, penso di aver capito la zona a cui ti riferisci (io abito a 30 km) e ci sono passata giusto ieri, ho visto i danni portati dalla tromba d’aria e mi dispiace tanto.

    Ho ripensato anche al terremoto, di cui ho un ricordo molto vivido nonostante siano passati 10 anni.

    Un abbraccio forte

    • Elisa Quietroom

      27 Agosto 2022 at 13:56

      ciao Giulia, sì questa zona non è stata molto fortunata con i disastri naturali in effetti! Credo che ci fortificherà – spero davvero che a dispetto delle difficoltà io (e tutte le persone che stanno attraversando un momento simile) riusciamo a trarne forza e coraggio
      Grazie di aver lasciato la tua testimonianza, un abbraccio a te!

  • Purtroppo so di cosa parli e so cosa significhi capire, nel giro di poche ore se non minuti,che quello che dai per scontato non lo è. Il dolore è grande, ma lo è anche l’insegnamento che se ne può trarre. Un abbraccio forte.

    • Elisa Quietroom

      27 Agosto 2022 at 13:54

      ciao Tania, allora condividiamo questo dolore della perdita e la fatica della ricostruzione. Su scala macroscopica-gigante, quello che ci tocca ogni giorno, ogni lunedì: ricominciare daccapo ancora e ancora.
      E allora ricominceremo! 🙂

Comments are closed.