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Ciò che mi ha spinto – e che continua a spingermi nella ricerca di strumenti per la conoscenza di sé, è la consapevolezza che quando viviamo allineati con ciò che siamo, con i nostri valori e desideri profondi, siamo davvero vivi. Vedo la differenza su di me, nei momenti in cui perdo il filo ed entro in “default mode”*, dove è un lasciarsi trasportare dalle giornate, che inevitabilmente diventano un po’ caotiche e scontente.
Poi invece, ci sono intervalli di respiro dove è possibile riprendere in mano il filo (e in questo mi ha sempre aiutata molto la meditazione, oltre alla mia innata creatività e tendenza alla ricerca) a ricondurmi verso casa. Il rischio è vivere all’insaputa di sé, in maniera un po’ cieca, un po’ come una barca alla deriva che si lascia trasportare da venti e correnti, senza poter fare nulla quando incappa in una tempesta.
Integrare il coaching con la mindfulness
Continuo a pensare che la mindfulness con il suo potenziale di risveglio e di vera accettazione di sé sia uno strumento fondamentale perché possiamo vivere una vita piena e autentica.
Ho scoperto però che in certi casi è molto utile anche una mappa alternativa – o meglio, una mappa che funge da integrazione per ritrovare la rotta e mettersi a governo della nostra barca.
Questa mappa è il coaching.
Sostenere il cambiamento
In questo 2022 ho completato un Master di coaching evolutivo, un sistema di sviluppo di consapevolezza e impegno verso se stessi davvero formidabile. Il coaching è un metodo per navigare il nostro mare interiore che ci permette di ritrovare la bussola e tornare efficacemente verso casa, sostenendo il cambiamento.
Quando siamo in balia di dubbi e scelte difficili, o quando sentiamo il bisogno di rivedere un aspetto della nostra vita ma non sappiamo da dove cominciare, il coaching è ottimo. Io lo abbino alla mindfulness, perché secondo me non c’è nulla di più gentile e compassionevole di un essere umano che vuole tornare verso casa e lo fa con amore autentico di sé, al di là del “volere è potere”, che tanto piace agli eserciti della salvezza.
Cosa impariamo con il mindful coaching?
Nel mindful coaching possiamo imparare un metodo graduale per conoscere noi stessi e per stabilire obiettivi raggiungibili – nel lavoro, nella vita privata, nelle scelte che facciamo ogni giorno o che vorremmo cominciare finalmente a fare per noi stessi e il nostro benessere.
Il coach ti aiuta a mettere a fuoco il punto in cui ti trovi e quello che vuoi raggiungere e ti accompagna aiutandoti a trovare la tua personale strada, unica e giusta per te. La mindfulness, di pari passo, ti aiuta a calmare la mente e a individuare la narrativa interiore che spesso ti impedisce di utilizzare le tue risorse.
Le domande “potenti”, quelle che ancora non ti eri fatto illuminano la strada. E così, passo dopo passo, puoi ripulire l’immagine e renderla sempre più chiara, e più vicina a ciò che sei o vuoi diventare.
È un Grande Percorso: utilizza strumenti nuovi per te, che ti sostengono nel riguadagnare terreno sull’area della tua vita che adesso ristagna (o è bloccata), per una tua maggiore autodeterminazione e autoefficacia, per usare la tua creatività e trasformare in azione ciò che ora sembra solo lontano o fumoso.
Come ho scritto nella pagina di presentazione del mindful coaching individuale, è un percorso di consapevolezza decisamente “yang”, che ben si sposa con l’attitudine più “yin” della meditazione, per integrare in ciascuno di noi i diversi lati e potenzialità che possono finalmente trovare armonia.
“Il cambiamento è una porta che si apre solo dall’interno” – Tom Peters
*Il cosiddetto “default mode network” è un sistema di collegamento di diverse aree del cervello che si attivano durante i momenti della nostra vita dove non siamo focalizzati su un compito preciso. Ecco allora la tendenza a sognare ad occhi aperti, a ricordare il passato, fare proiezioni future – in una tipica dinamica dove i pensieri si susseguono, uno dietro l’altro, senza un vero filo conduttore. Ed è noto che una “wandering mind is an unhappy mind”.
9 Luglio 2022 at 7:52
Cara Elisa,
quante belle prospettive una “domanda potente” può generare! Dalla paura al coraggio di vivere, dal buio alla luce di un nuovo giorno, dall’apnea al respiro, dal caos all’integrazione mente creativa-corpo produttivo…
La default mode di cui parli chiude ogni porta, noi invece vogliamo luce e aria! A presto e mille grazie ❤
10 Luglio 2022 at 11:53
grazie a te Caterina, hai ragione, il passaggio da uno stato in cui ci si sente imprigionati ad uno di realizzazione è bellissimo, e vale sempre la pena percorrerlo. Un abbraccio!